Assemblea cittadina sui Beni Comuni a Padova

Ex Macello, via Cornaro, sabato 15 settembre 2022

A distanza di cinque mesi dalla precedente assemblea, la Rete Beni Comuni ha organizzato una nuova Assemblea pubblica negli spazi dell’Ex Macello di via Cornaro. Se quella del 20 maggio aveva fatto il punto e messo in luce le ombre relative all’area dell’Ex Macello, l’incontro del 15 ottobre ha visto circa quaranta partecipanti condividere le rispettive esperienze sui beni comuni ad un anno (23 ottobre 2021) dall’approvazione del Regolamento cittadino.

Le dichiarazioni d’uso civico e collettivo

In apertura, Annalisa Di Maso ha illustrato il percorso dell’Assemblea Ex Macello che ha presentato una Dichiarazione d’uso civico e collettivo a Dicembre 2021 (secondo le norme del Regolamento Comunale), ricostruendo anche la progettualità ed il percorso delle associazioni e dei cittadini all’Ex Macello fra il 1975 e il 15 gennaio 2020 (data dello sgombero forzato della CLAC dall’Ex Macello). L’impressione ricavata dall’interlocuzione con l’Amministrazione è che non ci sia ancora chiarezza da parte dell’Amministrazione su come procedere rispetto alle dichiarazioni d’uso civico; non è stata data alcuna risposta neppure alla proposta (tramite pec) di procedere ad una progettazione condivisa con la mediazione di una parte terza. L’obiettivo rimane quello di evitare che l’area venga “privatizzata” e di mantenerla fruibile da parte di tutta la cittadinanza. 

A questo proposito, Francesco Spagna ha ricordato l’enorme patrimonio di libri (con particolare attenzione per l’ambiente e la cultura veneta) attualmente murato ed inaccessibile (a rischio degrado) nella palazzina precedentemente gestita da CLAC all’Ex Macello. Adriano Menin ha sottolineato che nel Marzo 2020 la CLAC ha inoltrato un ricorso al TAR contro lo sgombero del gennaio 2020. La risposta a tale ricorso non è stata ancora finalizzata. Inoltre, ha ricordato la proposta di Parco Didattico (con laboratorio didattico-ecologico) che la CLAC aveva presentato al Comune, in particolare nel 2013, compresa l’ “adozione del parco”, proposte su cui si è preferito non rispondere. Nonostante tutto, a settembre 2021 è stato possibile realizzare una splendida mostra con una selezione delle macchine informatiche collezionate per iniziativa di Francesco Piva e della CLAC in collaborazione con il Club UNESCO.

In merito alle politiche sui beni culturali, sono stati introdotti da Sabrina i dati dei sondaggi raccolti dalla campagna Mi Riconosci (https://www.miriconosci.it/) per il riconoscimento delle professioni in questo ambito. Ha sottolineato come la Legge Ronchei (1993) abbia introdotto il settore culturale alla possibilità di privatizzazioni e esternalizzazioni (comprese didattica e servizi), al punto che oggi di pubblico è rimasto ben poco, con un peggioramento delle condizioni dei lavoratori (pagati mediamente da 4 a 8 euro l’ora) e della logica degli appalti al ribasso.

Fra le proposte della campagna ha segnalato: i biglietti gratuiti per i residenti; i biglietti omnicomprensivi per la visita dei diversi beni.

Fabio D’Alessandro ha ripercorso l’esperienza di Officina Informatica (https://www.facebook.com/OfficinaInformaticaPD), attiva in via Pinelli, sala inclusa nella lista emanata dal Comune fra i “beni comuni” (attualmente 12). La richiesta di attivare la cura della sala come bene comune ha trovato impreparata, di fatto, l’Amministrazione. Ogni martedì le attività proseguono, nonostante il Gabinetto del Sindaco, in seguito alla richiesta, abbia comunicato di sospendere le attività in attesa della risposta del Comune. Tale risposta sembra a sua volta in attesa di un Vademecum interno del Comune su come gestire il Regolamento; ed il Vademecum sembra debba far riferimento ad un’ulteriore definizione di criteri con cui identificare i “beni comuni” (per ora annunciati, ma non comunicati). 

Ha ricordato che i patti attivati ad oggi, dopo un anno, sono solo tre: due relativi alle fioriere del cimitero ed una con Retake (per “ripulire” Padova, in particolare dagli adesivi). Inoltre, ha sottolineato come Padova stia diventando una “città senza spazi”. Ha proposto, incontrando consensi, di organizzare la prossima assemblea in via Pinelli.

Acqua bene comune

Sebastiano Rizzardi ha condiviso quanto è avvenuto di recente a San Giorgio in Bosco (6200 ab.), comune che si trova su un’importante falda acquifera, gestita da Acquavera (dal 1979), in accordo con la Regione, prima con la famiglia Pasquale e poi con Nestlé. Acquavera intende appaltare alla famiglia Quaiolo l’imbottigliamento dell’acqua (con impianto da 16.000 metri quadrati), previa concessione che coinvolge fondi cinesi e inglesi. Contestualmente, le pompe private hanno cominciato ad incontrare problemi a pompare l’acqua e la cosa ha generato un’assemblea pubblica molto partecipata. Una petizione che ha raccolto 2000 firme contro la concessione lanciata tramite Change.org nell’estate 2022 ha messo in imbarazzo l’Amministrazione che ha finito per dare parere non favorevole alla concessione.

Gianni Sbrogiò ha richiamato il no della giunta padovana alla Quarta linea dell’inceneritore: un no definito “inutile” se non viene accompagnato da altre azioni che lo rendano credibile nella conferenza dei servizi: di fatto il Comune di Padova ha lasciato i cittadini da soli a ricorrere al TAR (https://www.facebook.com/noinceneritorepadova/).

Ha quindi sottolineato l’importanza del “saper fare insieme”. Ha suggerito a tutti coloro che lottano a Padova, compreso la Rete dei Beni Comuni di dar vita ad una piattaforma con gli obiettivi che si ritengono comuni e utile da perseguire in modo collaborativo

Riguardo al Regolamento Beni Comuni, osservando i tre patti stipulati, ha rilevato che l’unica cosa che sembra emergere siano dei patti per ottenere lavoro non retribuito.

Attività in corso e prossimi passi

Lia Toller ha evidenziato come un’altra area cittadina, quella delle ex caserme Prandina, sia un bene comune (sia ambientale sia storico) e ha invitato a partecipare all’incontro del 22 ottobre sul futuro dell’area, oggi minacciata dall’uso a parcheggio. Ha dovuto constatare l’indifferenza dell’Amministrazione comunale nei confronti delle proposte, progetto e manifesto già presentati dalle associazioni e cui non è stata data risposta.

Diletta e Elisa hanno ricordato che il primo maggio 2019 lo Spazio Catai occupò una casetta dell’Ater in Arcella, che venne ribattezzata Casetta Berta, denunciando contestualmente i problemi relativi al diritto alla casa a Padova. Lo spazio venne successivamente sgomberato e, per ora, non ri-assegnato. Attualmente, pagando un affitto, Casetta Berta ha riaperto uno spazio (in e per il quartiere) in via Pierobon, con Sportello sociale, recupera di frutta e verdura al MAAP, attività di sostegno e corsi di lingua aperte a tutti coloro che vogliano partecipare e collaborare (https://www.facebook.com/BertaCasetta/). 

In chiusura, Alessio Surian (Assemblea Ex Macello) ha sottolineato l’importanza di definire obiettivi comuni ad esperienze in questo ambito in modo da dar vita ad una piattaforma, in particolare per diffondere e sostenere le esperienze di autogestione legate agli usi civici e collettivi, elemento importante (anche se per ora disatteso) del Regolamento patavino.

I partecipanti si sono quindi trasferiti nell’atrio d’entrata per ascoltare il concerto dei Combo Suonda, che ha richiamato anche numerosi passanti in via Cornaro. Il gruppo – che ha introdotto a Padova il linguaggio del “Ritmo con i segni” – era stato l’ultimo gruppo ad aver suonato nei locali sgomberati il 15 gennaio 2020 ed ha fatto riverberare con la propria musica la volontà di continuare a far “vivere” i beni comuni e gli spazi d’incontro cittadini.

ELENCO BENI COMUNI E PATTI STIPULATI (FONTE COMUNE DI PADOVA)

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1 Comment

  1. Grazie Alessio per il report dell’assemblea, ma volevo chiarire un punto del mio intervento da te sottolineato: “Gianni Sbrogiò…. ha suggerito che la Rete Beni Comuni dia vita ad una piattaforma con obiettivi comuni da perseguire in modo collaborativo”
    Non credo di aver detto questo, ma comunque sia, intendevo fare la proposta a tutti, ovviamente anche alla Rete dei Beni Comuni. perché penso che tante rivendicazioni e lotte si stanno muovendo a Padova e che molte di queste sono portate avanti senza una vera collaborazione con chi sta percorrendo lo stesso percorso.
    Bisogna mettere insieme gli obiettivi e creare una piattaforma da portare avanti tutti insieme.
    La maniera più appropriata per cominciare la si trova, basta volerlo.
    Lo dico a tutti, parafrasando una vecchia canzone di Iannacci:
    Quelli che…pensano che sarebbe solo una sommatoria di sigle
    Quelli che…credono sia meglio andare avanti da soli
    Quelli che…noi rappresentiamo il movimento reale, gli altri non contano un c…o
    Quelli che…il problema è un altro
    Quelli che…trovandosi davanti a più iniziative con lo stesso obiettivo e nello stesso giorno preferiscono stare a casa
    Quelli che…Quelli che…Quelli che…Ooo Yeah!!!
    Spero tu possa far arrivare questa mia precisazione a tutti quelli a cui hai mandato il report.
    Grazie
    Gianni Sbrogiò


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