L’ASSEMBLEA ALL’EX MACELLO

C’è evidentemente una distanza imprevista, creata da un meccanismo inceppato, fra la teoria di un regolamento – nella fattispecie quello per il riconoscimento dei beni comuni – e la pratica. Da un anno Padova si è messa in una posizione coraggiosa di avanguardia con l’apertura al riconoscimento dell’uso condiviso di spazi e strutture pubblici. 

Ma al di là di piccoli interventi di manutenzione gratuita (due fiorire e un lavoro di pulizia), richiesti dai cittadini e autorizzati dal Comune, finora non è successo niente. L’ex macello di via Cornaro è il luogo simbolo in questo senso: la comunità di riferimento, che raggruppa le tante associazioni interessate a quel complesso, insiste per chiederne l’uso civico e ha anche presentato un progetto per farne un parco didattico. 

Ma da mesi il Comune non risponde,, così come ha lasciato cadere nel vuoto la proposta di un incontro mediato da una personalità super partes. «L’impressione è che non sappiano cosa fare», hanno detto tanti partecipanti all’assemblea che si è svolta sabato pomeriggio all’ex macello. Altri, più critici, come il portavoce di Acqua bene comune, Gianni Sbrogiò, cominciano a sospettare che l’amministrazione, attraverso quel regolamento, voglia solo «ottenere lavoro non retribuito». 

Anche per la sala Pinelli è stata richiesto il riconoscimento come Bene comune: «E anche in questo caso l’amministrazione era impreparata», ha sottolineato Fabio D’Alessando, «tant’è che l’attività nella sala è stata sospesa, prosegue solo di martedì, ma gli uffici sono in attesa di un vademecum interno su come applicare il regolamento». L’ex macello è stato a lungo al centro del confronto. 

Un po’ perché lo sgombero del gennaio 2020 brucia ancora («C’è un ricorso al Tar ma non è stato ancora discusso», ha ricordato Adriano Menin), vuoi perché lì dentro c’è un patrimonio rimasto inaccessibile («Abbiamo tantissimi libri che si stanno rovinando», ha denunciato Francesco Spagna), ma soprattutto perché nell’attesa di qualcosa che quasi sicuramente non succederà – il progetto milionario di Città della Scienza voluto dall’assessore alla Cultura Colasio – è stato sottratto alla città uno spazio dove batteva il cuore di decine di associazioni. Che però non mollano e insisteranno ancora.

Tratto da Il Mattino di Padova – 18/10/2022

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